(Bakerteam Records) Ottimo esordio per i piemontesi Mirrormaze, che con questo “Walkabout” danno un notevole impulso alle ultime tendenze del progressive italiano: un genere nel quale abbiamo davvero tanto da dire! “Prisoner” ha una solidità invidiabile e ci trasporta subito in una intricata selva prog, più simile a quella dei Fates Warning che a quella dei Dream Theater. A dispetto dei tecnicismi c’è una grande carica emozionale in un brano come “Earn your Answers”, dove il cantante Fabio D’Amore mostra fra quante sfumature e registri sia in grado di spaziare. “Lost in a Belief” si estende per ben nove minuti e mostra una padronanza non comune nella costruzione di trame musicali per nulla semplici. Non è l’unico brano di lunga durata: abbiamo ancora la spigolosa titletrack e la conclusiva “Broken Soul”, invece più incline alla melodia. “Deeper Signs” si divide dal canto suo fra momenti soft e altri in cui il ritmo impazzisce improvvisamente: al brano partecipa Ray Alder (appunto, per chi non lo sapesse, la voce dei Fates Warning) e le timbriche dei due cantanti si amalgamano alla perfezione. Un disco che può incontrare il favore del vasto pubblico per la sua immediata fruibilità – a dispetto, e questo è un grande merito, della complessa struttura dei pezzi.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10