(autoproduzione / Blood Blast Distribution*) “Sentience” tratta del test di Turing. Nel 1950 Alan Turing crea un test che si basa sulla capacità del valutatore di comunicare con un’entità sconosciuta attraverso l’interfaccia di un computer. Se il valutatore non riesce a distinguere se sta interagendo con un essere umano o con una macchina basandosi esclusivamente sulle risposte ricevute, allora la macchina verrebbe considerata senziente secondo il test. In sostanza è qualcosa per l’epoca dell’IA, una scelta attuale per la band di Magonza. Si mettono in mostra i Monosphere per quello che sono, una specie di prog moderno nel quale si intravedono elementi metalcore, alternative metal, post rock-metal e così via. Un miscuglio multiforme nel quale i generi toccati vengono esposti con una certa pulizia e in un clima di atmosfere certamente grigie, mai solari. Risvolti jazz, atti psichedelici e tutto per creare questo universo denominato “Sentience”. Un po’ come se i Monosphere sintetizzassero pezzetti di stile di band come Meshuggah, Cult Of Luna, Caligula’s Horse, Der Weg Einer Freiheit e un po’ di cose del metalcore. Eppure i ragazzi di Magonza non sono mai del tutto estremi, né nei canovacci metalcore e neppure nelle disamine neo-psichedeliche o d’atmosfera che siano e nei frammenti post metal, il loro suonare non è mai al limite. L’impressione è che cerchino una sorta di pulizia, di chiarezza nel suonare che possa rendere questo lungo e articolato discorso sonoro, di circa 55’, che possa essere fruibile al massimo delle possibilità. Forse l’eccessiva frammentazione e la scarsità del canonico formato canzone, rendono “Sentience” meno completo del previsto, ma i Monosphere come dei funamboli.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10
*Blood Blast Distribution si occupa della diffusione in digitale dell’album. La band ha provveduto da sola a stampare 500 copie in vinile e 300 in CD.