(Spinefarm Records) Michael è energia scatenata. Un rocker apparentemente immortale, che non può invecchiare, che non può riposare. Il mitico finlandese è semplicemente esplosivo ed inarrestabile e questo suo settimo disco solista propone un’esperienza infinita, una capacità di creare musica, di forgiare divertimento che è praticamente illimitata. Un album da sparare a volumi disumani, un album pieno di riff, di musica divertente, di ottime performance vocali, di sassofono che fa la guerra degli assoli con le chitarre: un’autentica orgia sonora, capitanata dall’eccentrico e biondissimo mito diventato famoso per essere stato il frontman degli storici Hanoi Rocks. I suoi album solisti coprono varie epoche, varie mode… ma il suo sound, il suo stile né sempre quello che lo distingue unicamente, in quanto lui ha sempre cantato e “recitato” quella figura animalesca che interpreta se stessa sopra ad un qualsiasi palcoscenico. Mai troppo glam, mai semplicemente hard rock, il suo genere è potenza, melodia, tocco di originalità divertente, quasi un inno allo svago che la sua musica riesce sempre a supportare. “Horns And Halos” è un album fighissimo. Non manca nulla, è una goduria, trasuda groove, regala assoli e idee musicali geniali. Rimane fedele ad una certa base rock, a tratti punk, ma regala un metal che credo solo Monroe riesce veramente a creare, apocalittico interprete di uno stile deviato ed unico. E’ forse più facile citare le canzoni meno belle di quelle poderose… ma in tal caso la recensione finirebbe qui. “TNT Diet” apre il disco con un pugno in faccia. Travolgente, schizoide, musicalmente avvincente (la parte degli assoli è brutalmente grandiosa). La seguente “Ballad Of The Lower East Side” è roba per scatenarsi, per muoversi… decisamente un antidoto al sonno, al riposo, anche grazie al sua radice marcatamente punk-rock. “Eighteen Angels” è un qualcosa che non posso smettere di ascoltare… mi rapisce, mi travolge, mi corrompe… con quel motivo così bluesy e quel ritornello così perverso. Ogni pezzo è un potenziale hit, ed il percorso musicale è sempre su livelli altissimi durante tutte le undici canzoni (tredici nella special edition!). La title track sembra un inno, e la sua impostazione heavy è sporca, brutta e cattiva anche se supportata in maniera sublime da un ensemble di grande qualità. “Child Of Revolution” è il pezzo per viaggiare, fisicamente o con la mente. “Half The Way” ha un sound quasi erotico… roba da palcoscenico glam anni ’80 invaso da bellezze che si dimenano in maniera sensuale, erotica. Che canzone! “Ritual” è uno dei pezzi che preferisco… con qualche richiamo trendy anni ’80, ma con il suo rock southern, i suoi accenti giusti, ed una voce che, come in tutti i pezzi, riesce a catturare la mente, incantare lo spirito. La conclusiva “Hands Are Tied” sembra quasi scritta dai Motorhead, e vanta quel groove poderoso, mentre si sviluppa verso un pezzo di spudoratissimo rock, capace di far saltare, ballare, scuotere. Parliamoci chiaro: siamo davanti ad una icona dell’hard rock. E lui, da grande artista, da grande professionista, ha ancora una volta creato ciò che tutti noi vogliamo sentire: musica strepitosa e magicamente sempre attuale. Un singer, un sax player, un performer. Un diavolo capace di condurci verso il peccato, diretti verso la dannazione… sparati in direzione di una perdizione eterna che non è mai stata così eccitante!
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10