(Napalm Records) Una delle migliori band neo-metal che ci siano in circolazione. Continuo a pensarlo e a sostenerlo, nonostante i Monster Magnet siano sempre incollati dalla stampa specializzata come la band di “Powertrip” e per non parlare delle vicende extra musicali (droga) di alcuni dei singoli componenti. Non so voi, ma io “Mastermind” l’ho consumato in questi tre anni e adesso mi ritrovo questo “Last patrol” che smussa gli angoli delle sonorità tipiche dei Monsters e valorizza ancora di più il songwriting acido, stoner, bluesy ecc. ecc. dei Nostri. Bello, musicale, andante come un flusso sonoro che ha molto da raccontare. Poco importa sapere a che livello della discografia ventennale dei Monster Magnet si ritrovi “Last Patrol”. Lo ascolti ed è un lampo accecante, in questod eserto che è la scena musicale, spesso priva di vera sostanza. La title track è una chiave di lettura di questo lavoro: acido psichedelico calato nel bel mezzo di un riff che cavalca l’intero pezzo, la sezione ritmica che procede come un mantra e poi ecco sovvenire percussioni sciamaniche per gli ultimi due minuti dove il vortice della perdizione si colma, raggiunge la sua massima potenza. Con tutta sincerità, ma solo per questo brano io l’album me lo compro immediatamente. L’ascolto quando mi porta in “Paradise” mi apre subito la mente e capisco che spesso Wyndorf e gli altri in questo lavoro amano aprire o cimentarsi con atmosfere più soffuse. Certo, “Paradise” è una parentesi semi-acustica, molto desert sound, ma “I Live Behind the Clouds”, opener dell’album, è quel tipico atto di calma Monster Magnet che mischia Doors e psych-stoner che parte in sordina e monta magnificamente. Senza dimenticare la semi-country “The Duke (of Supernature)” e la conclusiva “Stay Tuned”, tra i pezzi più soft o comunque marcatamente acustici. Hallelujah”, provate a pensare cosa possa essere un pezzo intitolato in tal modo. Si, è quasi uno spiritual, ma ovviamente alla Monsters ed ecco che il blues più viscerale, quello che chiamo “da campo di cotone”, si amplifica in un crescendo (sempre pezzi che partono in un modo e che montano come una marea) degno di una corale di New Orleans, con chitarre e sferragliate rock. Piace anche “Three Kingfishers”, un po’ zeppeliana, come “Mindless One”, eppure ha una melodia portante seducente e comunque tale da far capire che sono sempre i Monster Magnet. Sono in piena forma. Wyndorf viaggia molto meglio del precedente album. E’ ‘dentro’ alla musica, è ispirato, sente i pezzi, l’interpretazione è al suo meglio. “Last patrol” è un ottimo album che porta dentro semplicemente della buona musica.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10