(Eat Lead and Die) Il lavoro dei Monsterworks è davvero apprezzabile. La band inglese si tiene continuamente ad un livello alto. Votati ad una capacita di composizione che tende a sperimentare, i Monsterworks nei propri pezzi creano una poetica interiore tale da portarli a punti melodici che sembrano un intreccio tra flussi sonori e emozioni pure. Pur avendo ascoltato una buona fetta dei loro lavori, chi scrive ritiene che negli ultimi tempi i Monsterworks si siano concessi maggiormente al loro lato metal, sacrificando appunto quella poetica sonora da sempre espressa. “Overhaul” riporta alla luce l’altro lato degli Inglesi, appunto quello sentimentale, sperimentale, sottilmente melodico. Il lato della poetica. Overhaul è quanto di meglio ci si potesse aspettare a questo punto della carriera della band. L’insieme ritmico, del riffing, del cantato e di tutto quanto serva a fare dei pezzi e quindi un album, ecco che si riassume e si sintetizza in questa release che esce in digitale e vinile. Metal sottilmente energico, crossover sparso, groove nelle distorsioni, pathos nel cantato e nei diversi giochi vocali e poi l’insieme e la maestria nel saper bilanciare passi veloci ad altri snelli ma potenti, inframezzando ogni cosa con atmosfere a volte soffuse o ambiguamente misteriose. Sperimentazione e mai essere fini a se stessi. Sperimentare e capire quanto si possa andare oltre, ma senza perdere il filo di ciò che si fa. Costruire canzoni e dare loro un senso. I Monsterworks sono impegnati in questo e non a produrre vuote strutture musicali. L’emozione della creazione, il dramma che sorregge i brani e il loro timbro melodico, questa volta determinato e ispirato da una storia scritta da Isac Asimov, cioè “L’Ultima Domanda”.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10