(Scarlet Records) Cretaura della Scarlet Records, perché tre album pubblicati e tutti con l’etichetta lombarda da parte dei Moonlight Haze. Loro fanno parte di quel filone che vede tra gli altri Nightwish e Amaranthe. Si riconoscono le influenze o modelli che siano per questi musicisti, tuttavia come si avverte dopo “De Rerum Natura” del 2019 e “Lunaris” di due anni fa una band che diventa sempre più padrona di se stessa e del proprio symphonic metal. “Animus” è un album gradevole e con linee sinfoniche robuste e ora eleganti, molto di più rispetto al passato. I Moonlight Haze hanno decisamente alzato il tiro in fatto di songwriting, conseguentemente anche in fatto di arrangiamento. Rispetto ai precedenti album e soprattutto a quello dell’esordio, la band ora riesce anche a darsi un tono più leggero inserendo delle canzoni molto catchy e comunque ben suonate. Si ascolti pure “It’s Insane” quanto “The Thief And The Moon” che hanno un clima spensierato. Ad ogni modo canzoni elaborate e a loro modo impegnative non mancano: la title track oppure “Never Say Never”, due esempi comunque accattivanti nel loro essere. Resta da osservare come la band abbia intrapreso, come altre, blasonate e meno nel campo del genere in questione, a scrivere pezzi decisamente veloci. Un trend che sembra prendere il passo negli ultimi album uditi in giro. Con tutta sincerità andrebbe specificato come lo stile risente di sound più blasonati, cantato compreso, ma a memoria la band ha forgiato se stessa a qualcosa di decisamente importante.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10