(Unholy Prophecies) All’ascolto della prima traccia avrei giurato che i Morbid Flesh fossero americani… Sbagliato! Siamo a Barcellona! Devo dire che non ho mai sentito un gruppo europeo fare un black di questo tipo, se non altro non così bene e non in modo così spontaneo e naturale. Sette tracce di un black che si potrebbe pure definire ‘old style’ se non fosse che non è lo stile europeo. Al massimo si potrebbe pensare ad un metal di stampo svedese, ma in realtà è inutile scervellarsi, questa è la proposta musicale dei Morbid Flesh, un black pesante e a tratti furioso, la voce molto profonda dalle chiare reminiscenze brutal. I ritmi sono incessanti e martellanti, la componente europea si riconosce solo nelle deboli melodie accennate da riff comunque sempre molto ruvidi e non di certo ruffiani con l’ascoltatore. Poche sono le pause che fanno prendere respiro, a tratti sembra di sentire i primi Watain. Una componente nera aleggia sempre e comunque in ogni strofa ed in ogni refrain andando a formare un’opera solida e senza punti deboli di alcuna sorta. Un disco da avere per ogni amante del black
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10