(Chaos Records) La band è piuttosto giovane e in sei anni ha comunque pubblicato un album, “Demoniac Paroxysm” e ora il secondo EP. “Disgorged in the Coffin” ha un suono truculento quanto il titolo. Registrato forse in una caverna e con i microfoni ricoperti di polvere e umidità, i Morbid Messiah riescono a tirare fuori una prestazione di un certo peso. Death metal marcescente e putrido, le chitarre incrostate di morte e la batteria che viene battuta in maniera violenta. Un cantato che presenta un ottimo growl torvo, claustrofobico. I messicani rappresentano la migliore espressione di quello che possa creare una band underground dalla storia ancora breve. Sembra di udire nelle loro sonorità esasperate gli Slayer, suonati però a velocità e intenzioni folli. Un death metal comunque classico, quanto gli Autopsy di un tempo e sempre suonati a velocità e intenzioni da squilibrati. La produzione approssimativa aiuta a rendere questo prodotto ruvido, ma la produzione in se non è affatto da buttare. I Morbid Messiah riescono a onorare il genere al quale sono legati in maniera piuttosto onorevole.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10