(Massacre Records) La lavorazione del secondo album dei Mordkaul si sviluppa tra il 2022 e l’anno seguente, registrandolo in due posti diversi e il tutto poi stato maneggiato con cura attraverso mixaggio e masterizzazione, da Dan Swanö. “Feed The Machine” assume così la sua forma finale, cioè una celebrazione del tipico swedish death metal della metà degli anni ’90. “Feed The Machine” non apporta novità o rivisitazioni di sorta a quel periodo di riferimento, al massimo c’è un tasso thrash metal robusto, ben evidente affiancato dunque al tipico death metal che pesca non solo dalla scuola svedese. I Mordkaul usano chitarre granitiche, pattern ritmici infaticabili e Tommy Goffin alla voce si destreggia con questo semi-scream arso e ringhiante. Come già spiegato in precedenza, metà dell’album nasce in un periodo e la seconda in un altro, di conseguenza sono due i bassisti che si sono ritrovati a suonare ciascuno una metà dei pezzi e sono ben tre le chitarre in azione con Stefan Segers che funge da chitarra aggiuntiva alla ritmica di Tim Bekaert e alla solista di Vincent Noben, aiutando poi anche Goffin alla voce. “Feed The Machine” alla prova dei fatti scorre davvero bene, attraverso una grinta indomita, con maglie chitarristiche che supportate dal tessuto ritmico, creano rasoiate melodiche tipiche dell’era scandinava del death metal, nonché robusti e feroci assalti a tratti oscuri come da scuola statunitense. Prova ne sono alcuni passaggi che ricordano i leggendari Death.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10