(Blind God Records) La band americana Morgengrau sembra tracciare un percorso all’inizio dell’album, il quale però non è poi rispettato nei fatti. L’opener “Extrinsic Pathway” è un prodotto a metà tra una specie di speed/thrash metal molto asciutto, piacevolmente scorrevole nella sua andatura. Le chitarre avanzano con linearità, pur dimostrandosi aggressive. Basso e batteria sorreggono l’operato delle sei corde con buona partecipazione. Nel prosieguo dell’ascolto invece i toni si scoprono essere molto più duri, più selvatici, per esempio “Antithetical” nel comparto vocale e ritmico sembra molto vicina ai primissimi Morbid Angel e “The White Death” è nettamente più death metal. Dunque i Morgengrau stazionano sul confine tra death metal e thrash (tra l’americano e il teutonico), con canzoni che pronunciano melodie accattivanti, ma anche torbide e di taglio classico. Ben si sposa in scaletta la presenza di “Inner Self”, un classico dei Sepultura da “Beneath the Remains”, un album anch’esso a confine tra due generi. I Morgengrau rivelano meno potenza rispetto ai Pestilence, altra band che potrei citare come possibile fonte di comparazione, ma il loro sound è molto fluido, ben strutturato, carico di sviluppi melodici e in grado di far metabolizzare i pezzi. In poche parole, “Extrinsic Pathway” è in grado di proporre un old style ben misurato e suonato con capacità. L’album è stato masterizzato da Magnus (Devo) Andersson dei Marduk.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10