(Satanath Records) Il gruppo spagnolo qui recensito è al debutto sulla poliedrica Satanath Records. Vedendo la copertina avevo già cominciato a fantasticare su quale atroce brutalità sonora sarei andato ad ascoltare, invece gli spagnoli mi hanno sorpreso. Il loro è una sorta di death romantico che ricorda molto i nostri Dark Lunacy ma anche alcuni Dark Tranquillity meno diretti e più sofferti. Il profondo growl fa da contraltare ad una voce lirica femminile inserita qua e là ma sempre con cognizione di causa. Pure i Graveworm mi sono saltati in mente, anche se qui siamo più sul death che sul black, ma resta il fatto che il disco, corto ma diretto, non ha riempitivi e funziona dalla prima all’ultima traccia. Pur prendendo spunto da altri gruppi, qui i nostri son riusciti a comporre qualcosa di particolare, pieno di enfasi e magniloquente al punto giusto. La produzione forse non rende giustizia al 100% al suono pulito e molto ben arrangiato dei Moribundo, ma tengo a precisare che siamo sempre su buoni livelli. Chitarre e batteria duettano in modo preciso e coinvolto con la voce flessibile e convinta del cantante, sempre protagonista dell’intero album, gli arrangiamenti a far da contorno. Un disco che convince appieno e grida personalità da vendere. Bravi davvero.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10