(Wormholedeath Records) Dopo anni con la romena Pest Records, i blacksters finnici Mormânt De Snagov portano la loro odissea infernale nelle in italia, firmando con Wormholedeath Records… la quale ha l’onore di mettere al mondo questo poderoso nuovo quinto album! Lo stile della band è mutato nel tempo, è cresciuto… e questo nuovo disco propone una seducente miscela di violenza, di malinconia gelida, di orchestrazioni, di divagazioni armoniche impattanti che lasciano spazio ad assoli di chitarra molto ben costruiti, solitamente non reperibili nel consueto ambito black. L’opener “Absurdity Ingrained” apre con percorsi oscuri… prima di esplodere in riff massacranti più vicini a thrash e death che a black… verso un mid tempo di matrice heavy classico il quale si fa assorbire da un ipotesi di orchestrazione, prima di ritornare in ambito thrash: troppe cose assieme? No, anzi, soprattuto perché il quartetto di Turku è perfettamente in grado di combinare ogni partitura, realizzando brani di alto livello, come la seguente “Perennial Bliss”, tanto tetra e malinconica quanto ricca di groove. “Upon Their Feeble Existence” si mette in mostra: mid tempo accattivante, chitarra solista incisiva, riff che abbracciano ambiti death metal, imprevidibilità e cambi di pattern dal gusto prog. La title track è più indiscutibilmente black… almeno prima del cambio tematico a metà brano, il quale porta verso un mid tempo super melodico prima, perfetto per l’headbanging poi. Misteriosa “The Cloak of Doctrine”, un pezzo che unisce la teatralità di bands quali Cradle of Filth alle tenebre tipiche del death melodico di Göteborg. Irresistibile “Heretic Inception”, prima della bellissima suggestiva strumentale “Valediction for the Nameless” posta in chiusura dell’album, sicuramente un brano che eleva ulteriormente l’intensità emozionale che la band riesce a proporre. Indubbiamente oscuri, ma ricchi di una creatività che va ben oltre i confini del genere, tanto da renderli praticamente impossibili da classificare se non fosse per le tematiche trattate nei testi, le quali ruotano attorno negazione del divino, schiavitù della fede, morte, effimera esistenza. “Invocation Through Revocation” è una perla nera, un tesoro da scoprire, una continua fonte di sorpresa, di dettagli che si rivelano ascolto dopo ascolto, di barlumi tenebrosi in questa notte senza fine, in questa oscurità illuminata solo dall’essenza di un sapere superiore.
(Luca Zakk) Voto: 9/10