copMortualia(Moribund) Shatraug: oscuro personaggio finlandese che al black metal ha dato -e continua a dare- molto. Behexen, Black Stench, Drowning the Light, Foudre Noire, Horna, Necroslut, Sargeist… alcuni -non tutti- i progetti dove questo artista partecipa come chitarrista, bassista, tastierista, vocalist o addirittura come one man band. La Moribund qualche anno fa ha riproposto l’omonimo debutto (originariamente uscito nel 2007) ed ora ecco nuovamente “Blood of the Hermit” (2010), un album apparentemente raro e dannatamente underground, come solo il black metal può concepirne il concetto. Questo disco è una tetra manifestazione di morte e decadenza ed essendo registrato in maniera quasi “casalinga” arricchisce la profondità delle sfumature di nero. Cinque i pezzi, tutti immensamente lunghi (nessuno sotto i 10 minuti), con una predominanza di chitarra che si lascia andare su drumming lento e ricco di pessimismo, materializzando riff decadenti, ripetuti fino alla morte, che tolgono il respiro ed ogni barlume di desiderio vitale. La voce, quando presente, è un grido torturato, deviato, posseduto che diffonde nell’etere testi tristi, depressi, decadenti, quasi sempre con un finale caratterizzato da un geniale ed oscuro senso dell’umorismo completamente incompatibile con il testo stesso. Solitudine e suicidio su “Becoming Meaningless”, depressione e stati schizofrenici su “Manic Euphoria”. “The Sinister Shine” è più profonda e riflessiva, mentre la title track esalta l’isolamento e una mortale relazione con il proprio io. Più underground e di qualità sonora inferiore la conclusiva “Pain At Least…”, che dal titolo rivela esattamente lo stato d’animo dell’artista. Immensa decadenza. Un album che accompagna gli stati d’animo più oppressi, esalta il suicidio, nega le relazioni umane, annulla la voglia di vivere. Pura esaltazione del black.

(Luca Zakk) Voto: 8/10