(Listenable Records) Non avevo mai sentito parlare dei Mos Generator, band Statunitense formata nel 2000, con già 5 album e una raccolta alle spalle e un tour di 26 date come supporto ai Saint Vitus. Il genere proposto è un heavy rock, con forti influenze sabbathiane, come si può riscontrare sin dall’opener “Beyond The Whip” la quale offre un riffing molto vicino a “Hole In The Sky”. Ottima la voce di Tony Reed, rauca e calda, un po’ bluesy, vagamente simile a quella di Paul Stanley dei Kiss, mentre il riffing ricorda molto da vicino lo stile di Toni Iommi. La successiva “Nothing Left But Night” mi ricorda, nella prima parte, i primi Motorhead (il cantato mi porta alla mente “Iron Horse/Born To Lose”). Un riff di violoncello apre inaspettatamente “Enter The Fire”, con la voce di Reed a condurre questa bellissima e ipnotica canzone, fino all’entrata della chitarra, sabbathiana all’inverosimile, la quale apre la quarta traccia, “Spectres”, canzone più classica nella sua costruzione lenta e massiccia; un inserto acustico a metà canzone, conduce al bel solo di chitarra. Si passa a ritmi più accelerati con “Breaker”, mid tempo vicino al metal classico. “Early Mourning parte lentissima, ossessiva, uno schiacciasassi in quanto a lentezza e pesantezza. La title track parte più veloce, blueseggiante, con la voce che anche qui la fa da padrona. Si torna al doom, di stampo Saint Vitus con “Black Magic Mirror”, brano caratterizzato anche da particolari percussioni in sottofondo. La conclusiva vivace “Heavy Ritual”, caratterizzata da vari cambi di tempo, uno splendido assolo e la voce di Reed che si avvicina a quella di Sua Maestà Ozzy Osbourne, porta a termine questo splendido lavoro, sicuramente derivativo, ma ben suonato e divinamente cantato.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10