(Punishment 18 Records) Con un moniker così ed una casa discografica a supporto come Punishment 18, cosa potranno mai suonare i Bulgari Mosh – Pit Justice? Risposta esatta: thrash metal ottantiano , sulla scia di acts come Testament ed, in primis, Forbidden. Eppure, la proposta dei nostri risulta essere meno scontata e prevedibile di quanto ci si possa immaginare, grazie al frequente utilizzo di parti melodiche vicine al metal classico, sia a livello strumentale che vocale. Alla furia senza fronzoli di “Bound To Decay” si contrappongono gli arpeggi delicati che aprono “The Serpent’s Call”, pezzo dotato di un pregevole assolo ed una prestazione vocale maiuscola di George Peich, che in questo brano sprigiona un’interpretazione alla Warrel Dane. Un album che ha tutte le carte in regola per piacere ad una bella fetta di metalheads, grazie ad ottimo mix tra melodia ed aggressività. Una band che, pur non avendo reinventato la ruota né proponendo nulla di innovativo, ha la grande capacità di scrivere canzoni. E non è cosa da poco.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10