(Logic(il)logic Records) Energia devastante. Un muro del suono che cade addosso all’ascoltatore con un fragore micidiale. Tornano dopo quattro anni gli italiani Motorfingers: completamente rinnovati rispetto a “Black Mirror”, uscito nel 2012, in quanto in line up c’è un nuovo bassista e, soprattutto, un nuovo lead vocalist! Quest’ultimo cambio è di per sé sempre rischioso in quanto, diciamocelo, la voce è un po’ la carta di identità di una rock band, l’elemento identificativo (e la storia lo ha dimostrato). Ma Abba, il nuovo singer, non fa rimpiangere il precedente: certo, c’è una radice di similitudine, ma Abba è molto più aggressivo, più sporco … ma anche più melodico, tanto da abbracciare con assoluta efficienza entrambi questi aspetti tipici del rock. Potente anche se non estremamente convincente la opener “Walk On Your Face”; però la violenza del brano invita ad approfondire, ad andare avanti con “Behind This Fire” la quale conferma la potenza del sound dei nuovi Motorfingers. Meno metallo feroce e più hard rocking l’ottima “Obscene”, un pezzo con un groove irresistibile ed arrangiamenti molto ben curati. Oscura e ricercata “The Day Of Dawn”, vagamente epica “XXXIII”, ma è “Burning Down” che risulta essere un piccolo capolavoro: un brano eterogeneo in modo assurdamente geniale. È la prima volta che sento dell’hard rock incrociato con del … death metal melodico (si, il famoso “Gothenburg Sound”)! Impossibile? Non per i Motorfingers! Un mix letale che nasconde altre influenze, di vario tipo, tutte percepibili nei fantastici dettagli nascosti dentro il brano. La ballad “Nothing But A Man” è intensa e ricca di emozione: un brano meraviglioso esaltato dall’uso di un (vero) violino! Irresistibile il groove, la progressione e la forza di “Disaster”. Esaltante ed un po’ sognatrice “Tonight”, divertente ed carica di energia la conclusiva “Eat Your Gun”. Album molto coinvolgente. Un album che trasuda un rock potente e ribelle. Ma anche tanto metal, grazie a riff graffianti e all’impostazione rabbiosa dell’ottimo vocalist. Un album che potrebbe abbracciare molti altri generi: i Motorfingers hanno saputo mantenere fissa quella loro caratteristica identificativa la quale li rende estremamente personali in una direzione compositiva assolutamente libera, comunque sempre coerente ma veramente priva di quelle imposizioni restrittive tipiche di un determinato genere ben definito.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10