(AFM Records)Non è solo il moniker, ma quando ascolti questa band tedesca attiva dal 2006 (ma con altro nome già fin dalla prima metà degli anni ’90!), ti viene voglia di premere sull’acceleratore di quella macchina americana anni ’70, V8 fragoroso… e, diamine, premi proprio forte, mentre le ruote danno vita ad una densa coltre di fumo, gomma bruciata, benzina trasformata in rumore… pura goduria, puro piacere. Rock, metal, senza tanti fronzoli, senza ricercatezze stilistiche particolari… praticamente la differenza tra una hot rod americana e una qualsiasi altra super iper tecnologica moderna: i Motorjesus offrono solo potenza, hook irresistibili, divertimento scatenato, un traumatizzante rumore e moltissimo volume! Tanto grintosa quanto seducente “Drive Through Fire”, rissosa “Battlezone”, accattivante e con hook travolgenti le title track. Headbanging senza ritegno con “Beyond The Grave”, ha fretta di essere suonata “Dead Rising”, veloce e fuori controllo “Car Wars”, mentre si rivela groovy e con coinvolgenti linee di basso la cadenzata ”Firebreather”, un pezzo con un ritornello dal sentore epico. Impetuosa e con un refrain memorabile “Lawgiver”, non manca portare omaggio ai Motörhead con un tocco più moderno su “Black Hole Overload”, con il vocalist ricorda Phil Anselmo sulla convulsa “Back To The Bullet”, prima dell’epilogo acustico affidato alla nostalgica “The Outrun”. Brani che strizzano l’occhio a Pantera, a Iron Maiden ed ovviamente che pagano tributo alla scuola di sua santità Lemmy. Tanta energia alimentata dalla produzione di Dan Swanö, carburante ad alto numero di ottani. Qui non ci sono ballad, solo metallo, e visti i tempi che corrono, questa è la musica che ci serve per darci una svegliata e uscire dal lock down mentale nel quale ci siamo ormai auto-rinchiusi!
(Luca Zakk) Voto: 8/10