(Forever Plagued) Progetto tutto italiano e completamente assurdo. Quasi impossibile classificare il genere, che trova vaghe radici nel black metal, forse nelle divagazioni avant-garde, con un risultato finale trasversale, vasto, eclettico capace di dare origine a quasi quaranta minuti di musica diversa da tutto, unica, distintiva. Già il fatto che in line up ci sia un violinista (e vocalist) conferma che i territori esplorati non sono certamente convenzionali: le sei tracce arrivano fin dentro al black metal, passando per l’atmosferico, per il rituale, il metal tradizionale, forse il doom… senza mai confidare in una unica linea guida stabile, cercando sempre di trovare nuovi confini, raggiungendo nuovi orizzonti. L’aspetto fenomenale è l’efficacia di queste canzoni, tutte godibili fin dal primo ascolto, cosa non certo comune a qualsiasi album che si avventuri nell’avant-garde e nei suoni fuori dalle comuni regole della scena. “The Flowing” è un poderoso groove, pulsante, con un violino solista glaciale ma caldo, veloce ma atmosferico, il quale si presta ad un duetto con un’altrettanto ottima chitarra spingendo le sonorità anche nei paraggi del prog/virtuoso. “Freefall” cambia continuamente nei suoi quasi sei minuti: c’è del metallo classico, c’è la parentesi estrema quasi post black metal, c’è il riffing tuonante, il violino pazzesco il quale conduce verso territori palesemente psichedelici. “Rage” è doom con divagazioni prog, mentre “Torment” ripropone il prog ma annegato in sballi post metal crudeli. Intensa e sognante “Rise and Decay”, mentre la conclusiva “Lament” è la definizione di ambient secondo questo favoloso progetto. Un album sconvolgente, diverso. Ogni secondo della riproduzione è una rivelazione, una riscrittura di un genere. Di tanti generi. Una interpretazione totalmente personale di musica estrema, virtuosismi ed oscurità.
(Luca Zakk) Voto: 9/10