(Transcending Obscurity Rec.) Una tortura, né più né meno. Un lavoro fatto di puro noise, nel senso anche di ‘rumore’. Come se tutto ciò che ha girato nelle piste del mixer che ha assemblato l’album dell’autore anglo-serbo Damjan Stefanovic, fosse poi finito in un frullatore, al quale ogni tanto si cambiava la velocità di rotazione. L’etichetta parla di ‘misteriosa entità underground’, ma anche di interpretazione del black metal e trame ambient. Nulla di tutto ciò, questo è caos e sta solamente all’ascoltatore di decidere se arrivare alla fine di questi quaranta minuti di divagazioni, di reggere in pieno l’urto verso questa folle corsa al massacro sonoro. Dissonanza, rumore, feedback, velocità atroci, suoni orridi, black, grind, pazzia: tutto e nulla di altro sono l’insieme di “Negative Atonal Dissonance”. Siamo in un qualcosa che è puro soggettivismo l’opinione esprimibile su Mrtvi.
(Alberto Vitale) Voto: s.v.
Dopo un canonico, si fa per dire, album del 2015 tornano oggi i MRTVI con un disco dalla struttura più inusuale. Tre tracce, 40 minuti di musica. Il primo brano, interamente strumentale, incarna forse il senso stesso dell’opera: scomporre il black nei suoi elementi costitutivi e riassemblare il tutto in modo sperimentale. Ecco allora tracce oscure, disturbanti ed estreme, dove la sperimentazione avviene attraverso l’uso cronico e morboso di suoni contorti e sintetici. Una colonna sonora che non auguro a tutti, ma che rende bene l’idea di cosa possa essere il black al giorno d’oggi, vale a dire non necessariamente musica pestata, ma comunque sempre estrema. Da provare assolutamente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10