(Debemur Morti Productions) Marion Leclercq, colui che muove le sorti di questa one man band – in passato ha suonato il basso negli Overmars ­– apre uno squarcio nell’animo umano con ilo suo secondo lavoro in studio. Il primo, “Orphans Of The Black Sun” il quale è stato in parte curato da Vindsval di Blut Aus Nord, viene lasciato alle spalle e si proietta ora verso una dimensione sonora raccapricciante, sinistra quanto maestosa dai tratti industrial, atmospheric, noise, dark. Le sei composizioni di “Bring Down The Flags”, prevedono marce diverse, stili del tutto conseguenti tra loro ma non del tutto continui. L’opener “The Descent” è una sorta di oscuro e maestoso industrial, ma questa forma musicale non è la base del tutto, infatti “A Mother Of Wrath” è una sorta di dark ma dai toni e forme affatto leggeri. “Violence of Misery” ritorna su andature industrial ma i toni sono spietati, eccessivamente duri e possenti, quanto la conclusiva “Requiem”. “A Mess To Me” è un tuffo nell’oscurità della notte, con suoni che emergono e spariscono creando così un’atmosfera molto cupa. Toni del tutto noise invece per “A Mass For It”. Leclercq si avvale di andature frenetiche o lente ma che assestano colpi cementificati di imperiosità. L’elettronica è cupa, annerita, crea atmosfere e sfondi, scenari e sensazioni che temperano il tutto di un’oscura e dannata versione in musica di un inconscio collettivo provato da questi anni complessi.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10