(Autoproduzione) Non si può negare che i messicani Mutum, con questo loro secondo album, abbiano fatto un ottimo lavoro: “Premonitions of War” si presenta come un concept sull’estinzione del genere umano, e vede la partecipazione anche di un coro e di un’orchestra (per un totale di ben sessanta musicisti aggiuntivi a quelli della band!). Tenendo conto che il disco è interamente autoprodotto, non si può che apprezzare gli sforzi sinceri di questi ragazzi, che non provengono certamente da un paese dove il metal, e soprattutto il power/gothic, la facciano da padrone. “Hourglass” ha un suono pieno, dinamico e coinvolgente: non solo i soliti Nightwish, ma anche gli Edenbridge (per la voce della singer Myrthala Bray, che nelle foto promozionali assomiglia a Salma Hayek!), i Rhapsody of Fire (per gli splendidi cori alla gregoriana), e perché no i Dark Moor, data l’innegabile componente barocca del sound. L’epicità solenne, quasi religiosa di “The Memories: Gloria Victis” mi ha fatto pensare ai Thy Majestie migliori, quelli di “Hastings 1066”, mentre “Fallen Angel” ci porta addirittura dalle parti dei Within Temptation pre-commercializzazione. Dei quattro movimenti della suite, sistemati stranamente in scaletta secondo la progressione 3-2-1-4, “Loss of Wisdom” ha i toni più gotici, mentre “The Star’s Lullaby” è l’unica vera escursione lirica di tutto il disco. Il top di epicità e pathos goticheggiante si raggiunge naturalmente con l’ultima traccia, la titletrack: sette minuti di tastiere pompose, ritornelli da pelle d’oca e una conclusione recitata che sembra proprio il finale di un film fantasy. “Premonitions of War” mi ha veramente convinto e faccio davvero i miei auguri ai Mutum: forse il nome non è totalmente indovinato, ma la musica marcia alla grande. Per contatti https://www.facebook.com/MutumOficial.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10