(Autoproduzione) Interessante debutto di questa band Francese, capitanata dal chitarrista Alex Hillbert, già con i connazionali Lonewolf. Nella bio Alex descrive il suono dei Doppelganger come un mix di Guns’N’-Roses, Metallica, Lynyrd Skynyrd con parti di batteria estreme. Una descrizione calzante che ben illustra la proposta musicale del combo Transalpino. L’impostazione vocale ricorda parecchio lo stile di James Hetfield, mentre il riffing varia dall’hard rock al southern con qualche spruzzata di tastiere. Il drumming viaggia spesso su alte velocità, alternando tappeti di doppia cassa a blast beats di scuola black metal. Le canzoni spaziano tra mid tempo rocciosi, come ad esempio l’opener “Somewhere In My Head” che sembra uscire dalla penna dai Metallica degli anni ’90 o “The Hunter”, dove la voce somiglia molto a quella di Hetfield e caratterizzata da un ritornello molto accattivante, a momenti piu cupi ne introspettivi come ad esempio “Ballade Triste”, pezzo che alterna vocals pulite e parti in screaming o “Dead Man Cries” dalle atmosfere vicine ai Paradise Lost di “Icon”. L’influenza dei Metallica è palese anche nella title track, mentre più thrashy è “Cossacks”, con un ritornello vicino agli Helloween, scanzonato e melodico. Questa varietà evita di far risultare l’album ripetitivo, ma al tempo stesso rischia di renderlo troppo eterogeneo e privo di una precisa identità. Le potenzialità ci sono, aspetto una prova di maggior personalità.
(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10