(Scarlet Records) Ammetto di non aver mai sentito nominare questi My Regime, così quando la redazione mi ha assegnato “Deranged Patterns”, non avevo la minima idea di cosa mi sarei dovuto aspettare. Premo il tasto play e, dopo una breve intro, vengo travolto da un vortice di riffs devastanti. Thrash metal purissimo, incazzato, decisamente old school anche nelle sonorità in presa diretta. L’esaltazione aumenta ulteriormente quando finalmente entrano le vocals e scopro che dietro al microfono c’è nientemeno che Spice, singer dei thrashers Kayser (band che amo visceralmente) ed ex Spiritual Beggars. Leggendo le note biografiche (rigorosamente dopo aver ascoltato l’album, come faccio sempre), noto che oltre a Spice, la band è composta da elementi od ex elementi di Spiritual Beggars e Kayser. Nonostante ciò, il sound è decisamente diverso, e l’unico punto in comune tra My Regime e le altre bands è la timbrica del singer, riconoscibilissima da subito. Rispetto ai Kayser, lo stile dei My Regime è più istintivo e spontaneo, senza fronzoli e “maleducato”, grondante passione ed attitudine, caratteristiche valorizzate anche dalla produzione “live”, senza sovraincisioni, batteria triggerata, chitarre compresse ed altre diavolerie tecnologiche. “Time Slipping Out Of Tune” aggredisce l’ascoltatore, prendendolo a mazzate con una foga inaudita, per un brano che dal vivo farà sfracelli. “The Sound Of Dying Dreams” si apre con sonorità slayeriane, alternando parti decisamente aggressive ad altre più groovy, risultando un mix ben riuscito tra la band di Tom Araya e i Kayser. Un album grezzo ed estremamente diretto nell’attitudine, ma suonato divinamente da musicisti eccelsi, che manderà in visibilio il più intransigente dei thrashers.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10