(autoproduzione) Un concept sulla guerra ha per forza di cose una certa profondità nel messaggio e non da meno nelle atmosfere. Silvio Spina, titolare del progetto My Silent Land, riesce più o meno a creare questa profondità. Una sorta di delicata tensione e malinconia serpeggia in questo nuovo lavoro, di un chitarrista di formazione che tenta di scoprirsi o inventarsi anche autore. Spina pone l’accento sulla chitarra acustica, strumento perfetto per dare una certa grazia alla musica, mentre le composizioni rock e appena metal non sembrano mai troppo pesanti e dure. Tuttavia proprio queste ultime appaiono incerte e meno efficaci rispetto ai pezzi di natura acustica. Sembra infatti che manchi sempre qualcosa a queste canzoni, come quella limatura generale o una forma più concreta. Nonostante ciò Spina sembra avere un suo tocco, un suo comporre che predilige la melodia e la cerca, la forma e la modella in ogni pezzo. “The Battle” ad esempio è l’emblema di questa creatività embrionale del musicista: la canzone inizia con un’andatura triste, che sembra volere montare un crescendo e poi ecco la sua sezione marziale, ariosa e trionfante, smussata poi da un inserto parlato con rumori di guerra. Una struttura sicuramente ubbidiente a una logica comunicativa e del plot narrativo del concept, ma allo stesso tempo una forma che non sviluppa la canzone stessa e la rende al pari di una suite. Un album casalingo, fatto con la propria passione e certamente un grado di talento nel comporre, presentano “Life Is War” come un album acerbo e comunque da scoprire. Dunque se da una parte il messaggio risulta chiaro, la materia della quale è fatto, la musica, è ancora da formare. Quel senso di circolarità, che lo stesso musicista esprime, cioè di fine e ritorno all’inizio, di guerra e di pace che si alternano, sono radicate in queste canzoni. Iniziare e finire, riprendere e terminare e poi riprendere, sono appunto un circolo perenne e che si insegue per tutto l’album.
(Alberto Vitale) Voto 6,5/10