(Napalm Records) I tedeschi My Sleeping Karma riescono a sorpendere costantemente. La band che intitola i propri album con nomi di divinità dell’Induismo, pubblica il suo sesto album e il primo in studio per la Napalm Records. “Atma” che nella religione Indù è il corrispettivo dell’anima e non solo quella dell’individuo ma anche quella del mondo intero, prevede il riconoscibile e aggraziato sound invischiato tra post rock, psichedelia e groove, Le etichette da apporre alla band non sono mai soddisfacenti perché nessuna riesce inquadrare in maniera veritiera e totale l’atma dei tedeschi proveniente dalla Bassa Baviera. Pezzi strumentali avviluppati da sintetizzatori delicati che conferiscono un carattere psichedelico, tratteggiato comunque anche dalle andanti linee di basso e soprattutto dalle progressioni delle chitarre. Il groove onnipresente offre quella patina di stoner rock che rende il sound robusto eppure stilizzato. “Atma” si sviluppa attraverso sei composizioni eccellenti e tutte dal minutaggio sostenuto. Questi viaggi attraverso mondi, epoche, costellazioni, sono dei sostanziali trip che con quei suoni gonfi ma leggiadri sospingono l’ascoltatore in dimensioni da sogno. “Atma” è un lavoro nel quale si familiarizza subito con queste melodie intense e psichedeliche e tutte riescono a fiorire in maniera netta e piacevole. “Pralaya” o “Prema” sono progressioni melodiche che invitano a seguirle. “Ananda” è il pezzo nel quale l’elemento cosmico, ‘kosmischen’, e rituale si esprimono in maniera perfetta. L’opener “Maya Shakti” appare come la composizione più strutturata, per quanto poi utilizzi tutti i cliché delle altre. Tutte, dunque anche l’emozionante e ‘kraut’ “Mukti” e “Avatara”, altro esempio cosmico nel sound dei My Sleeping Karma, brillano in questo firmamento dai nomi induisti ma dalle tendenze stilistiche vicine all’intera galassia conosciuta.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10