(Autoproduzione) In controtendenza rispetto ai propri conterranei, spesso più votati al ‘moderno’, i finlandesi Mysterizer propongono un disco d’esordio ancorato alle sonorità classiche; “Invisible Enemy” contiene dieci tracce più un breve strumentale, e rivela nel complesso un buon esito, senza nulla di davvero memorabile, ma anche senza vistosi cali di tono. “Take and GO” monta su una base NWOBHM qualche attitudine us power metal (nel bridge e nel chorus), per un ibrido convincente. La dimensione ‘inglese’ del sound si fa preponderante in “Angel of Mercy”, che ricorda abbastanza i Maiden dei primi anni 2000 (e anche Tomi Kurtti prova a fare, senza cattivi esiti, il Dickinson della situazione). Accattivante il refrain della spedita “No Return”, mentre “The Dead Man’s Hand” è una agile sgroppata ancora nel segno della Vergine di Ferro. Dal taglio più carico e intenso “Two Lives”, per la titletrack posta in chiusura i nostri si giocano anche i cambi di tempo, per un brano a due velocità. Peccato per una copertina che non fa nulla per farsi ricordare.
(René Urkus) Voto: 7/10