(AnnapurnA) Nonostante titolo e e l’aspetto della copertina, siamo molto, molto lontani dal black metal. Musicalmente parlando, perlomeno… e -sempre perlomeno- parlando di black metal ‘canonico’. Questo album uscì nel 1995 (solo in CD, questa reissue prevede un vinile deluxe), quando gli svedesi diedero forma ad oltre una ora di deviazione sonora dark ambient sconvolgente, probabilmente piantando il seme di quello che poi sarebbe diventato l’industrial black. Ritmi tribali, chitarre sconvolte e digitalizzate, suoni destabilizzanti, atmosfere glaciali e disumane: le undici tracce sono un percorso difficile, contorto, snervante e mentalmente tragico, una totale espressione di negatività resa reale, viva e pulsante con sonorità a volte provocanti, spesso massacranti, costantemente inospitali. Immaginate di trovarvi in un pianeta remoto, in una epoca molto lontana, un pianeta appena devastato da un’apocalisse nucleare… e voi sei gli unici esseri umani rimasti in vita, ma non l’unica specie vivente… e nemmeno l’unica specie affamata. Quali suoni o rumori sentireste? Quale sarebbe la colonna sonora di quei paesaggi oscuri, bruciati, mefitici, insalubri e pieni di inquietante pericolo? Ritmi marziali e tribali. Dissonanze elettroniche ai confini del doloroso. Rumori elettronici, disturbi elettrostatici che nascondono voci lontane, delle voci -probabilmente appartenenti a esseri defunti- che ancora ronzano senza meta nell’etere. Un’esperienza unica, travolgente: un album che non si ascolta… piuttosto un album che assorbe, cattura, divora.
(Luca Zakk) Voto: 8/10