(Signal Rex, Vanagandr Distro, Fallen Empire) Feroce black metal dal nord estremo, dal freddo vulcanico dell’inospitale Islanda. Formatisi nel 2008, con un demo nel 2014, arrivano finalmente al debutto. Misteriosi, oscuri, ogni membro identificato con delle iniziali, non fanno assolutamente nulla per materializzare ambientazioni ospitali. Quaranta minuti, divisi in cinque tracce, brutali, in perfetto stile black efferato. Vocals strazianti, furiose, tutte in lingua madre rendono ancor più criptico un disco che che si assesta quasi sempre su tempi molto rapidi, drumming avvolgente, riff perversi. Crudele “Fjallið”, veloce con quale iniezioni di chitarra molto ben suonata. Trionfale il mid tempo di “Sál”, un pezzo che non forza sulla direzione di un black cieco e che forse cerca di dare un po’ di personalità alla band, come in certe sezioni della lunghissima “Falið”, dove si passa dalla furia spietata ad un groove estremo con accenni di keys molto ben pensati. “Sár” è un altro concentrato di violenza, mentre la conclusiva “Fallið” vanta una sezione ambientale/tribale ed una lunga componente offerta dalla chitarra solista. Una band nuova: per certi versi troppo simile ad espressioni note del black, ma anche capace di iniettare quella dose di “islandismo” sempre un po’ unico, un po’ diverso, un po’ originale. Non si tratta di un album rivelazione e nemmeno di un disco indimenticabile, ma è certamente intenso, capace di svelarsi progressivamente nei successivi ascolti. Essendo solo un debutto, non escludo che quando i Naðra si rimetteranno alla prova, potremo assistere ad un pregevole esempio di musica estrema Islandese.
(Luca Zakk) Voto: 7/10