(Season Of Mist) Dark new wave e punk insieme, un po’ come han fatto anche i Sisters Of Mercy ai quali viene da pensare ogni tanto durante l’ascolto di “Hunt”. I Naut sono del Regno Unito e sfoggiano un sound in stile anni ’80, oltre a una certa grinta e qualche idea da inserire in questi temi dai connotati dark, verniciati di toni ombrosi, a volte decadenti, spesso melodici. L’opener “Dissent” apre in maniera energica, mischia le andature punk con forti distorsioni ma in un clima degnamente darkwave. Un pezzo molto accattivante e non dalla struttura semplice. Quelle cantilene generate con una o due corde della chitarra a mo’ di motivetto e nello stile dark anni ’80, si odono nella successiva “All The Days”, canzone di derivazione un po’ Indochine, e in “Nightfall”, mentre spicca la decadenza e la baldoria di “Democles” con la sua sezione ritmica roboante, un cantato alla Bauhaus e atmosfera di quella scuola. “8 In 3” ha una forma altalenante, l’atmosfera cangiante e il suonare è energico. La canzone è la più lunga delle otto che compongono “Hunt”, con i suoi circa 7’. Ciò che l’album comunica sono atmosfere figlie di una visione nella quale il dark viene diluito, la pressione dell’oscurità e della malinconia non è permanente e i pezzi degli inglesi di Bristol nelle atmosfere, nel clima e insomma nella musica diventano fluidi. Otto canzoni che tendono a divenire qualcosa di più, rock o anche pop, oltre che nella condotta del darkwave o post punk di decenni fa. Non originali i Naut e contemporaneamente affatto banali. A “Hunt” ci si affeziona subito, nonostante il suo tono cupo che offusca una certa passionalità.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10