(Eibon Records) Naxal Protocol. Nuovo moniker per i rinati italiani Cazzodio. Sono tornati. Ed il loro nervoso rumore, il loro rumore strutturale, psicologico, devastante, assassino è di nuovo presente. Immutato. Evoluto. Incattivito. Dieci brani. Oltre un’ora di violenza, massacro, tortura. Tracce monolitiche che non risparmiano nessuno arrivando a durate di dieci minuti. Musica che risveglia istinti violenti. Rumori che colpiscono sensori cerebrali che scatenano brutalità. Perfetta colonna sonora per un bagno di sangue, per un massacro, per una strage. Niente cantante, niente testi. La comunicazione, oltre ad alcune voci (come su “The Permanent Delirium Of The Reactionary Mind”) è fatta da assurdi concetti elettronici e noise che con estrema e cinica probabilità riescono a comunicare più di qualsiasi poesia, testo, verso. Lontano dal metal, ma lontano da qualsiasi altra cosa. Un fulmine che elettrizza e sconvolge. Un impatto che catapulta in un’altra dimensione. Una dimensione dove, come dice il titolo, il colpevole dovrebbe subire ciò che merita. E dentro a questo album c’è una infinita fonte di sofferenza da subire, per le quali morire.
(Luca Zakk) Voto: 7/10