(Schattenkult Produktionen e Totensange Produktionen) L’ascolto di “Blackera” è l’attraversare una sconfinata distesa innevata, dove si sente l’ostilità della natura, la durezza della vita, il rifiuto di Dio e i malumori del Demonio. ‘Ostilità’, è questa la chiave di lettura del black metal sprigionato dai Nebrus, realtà italiana già autrice di diverse cose, tra i quali un album del 2012. Una intro e cinque pezzi, dei quali una bonus track, toccano la durata di oltre mezz’ora: la band parla di EP, ma “Blackera” è quasi un album. L’iniziale e orrida opener “Kill the Enemy” veicola bene l’attenzione nelle gelide, spietate e guerrafondaie composizioni che seguono. Black metal freddo, serrato, strutturato su situazioni atmosferiche, su scenari, con ritmi battenti e spietati, in un contesto sonoro generale che non predilige finezze. “Blackera” è ‘true black metal’ rifinito da melodie classiche, tipiche del genere, pagane. Brani dilatati, riff che girano su una cadenza ipnotizzata, la title track è una buona conferma di questo. Anche le situazioni veloci confermano strutture e riff ‘datati’, ma certamente efficaci per come sanno esprimere il black metal nel suo stato più puro. Sicuramente “I am the Beast MMXIV” e “Akerbeltz” brillano per questa tradizione priva di compromessi e duqnue delizia per i puristi.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10