(Time To Kill Records) È l’ultimo album dei Necrodeath. Ci sarà un tour e poi la black-thrash metal band italiana saluterà tutti. Ci si inchina alla loro storia scolpita nel tempo e nel mentre “Arimonrtis”, il quattordicesimo sigillo, arriva dopo un trittico di valore: il sontuoso “The Age of Dead Christ” del 2018, “Defragments of Insanity” uscito l’anno seguente e “Singin’ in the Pain” nel 2023. Nel 2020 c’è stato anche l’EP “Neraka”. È doveroso elencarli perché i Necrodeath in quell’arco di tempo sono stati sospesi in uno zenith creativo invidiabile. A noi resta l’amarezza nel doverli infine salutare. “Arimortis” stupisce da subito per la sua produzione la quale appare più nitida del previsto e, stilisticamente, la musica è molto, tanto vicina al thrash metal. Molti pezzi non arrivano a quattro minuti, solo tre invece durano oltre quattro, oltre cinque e uno da oltre sette minuti. In totale sono nove e scorrono con fluenza, tra assalti duri e devastanti come “Hangover” oppure la partenza bestiale e sfacciata nell’opener “Storytellers of Lies”, altri ben strutturati e rifiniti, come “Near-Death Experience” e “Metempsychosis (part two)”, proprio il brano più esteso. Si mette in buona luce il lavoro batteristico di Peso, tra accompagnamenti e contrappunti, arrangiamenti eseguiti di fino e un picchiare marcato, rappresenta il giusto contorno a quell’infaticabile fantasista di Pier Gonella. Il chitarrista spazia tra trame serrate a sferragliate devastanti annerite dal black metal appena venomiano, fino a cadenze ben misurate ma energiche e tipiche del thrash metal. La produzione taglia un discreto spazio a Gianluca ‘GL’ Fontana con il suo basso che ovviamente è l’eterna profondità e ampiezza al suono tipicamente tagliente dei Necrodeath. Dunque se ogni cosa è al suo posto, si compiaciuti per come la band si sia approcciata ancora una volta a un lavoro in maniera peculiare. Se i Necrodeath hanno spesso osato in durezza, impatto, ruvidità, dopo quattro decenni il congedo giunge con un lavoro fatto di giudizio che li mostra per quelli che sono, dei veri musicisti. Flegias è stato menzionato, ma come si dice: ultimo ma non per questo tale!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10