(Scarlet Records) Ritorno sulle scene per i Necrodeath, storica band ligure apprezzata in tutto il mondo, grazie a lavori immortali quali “Into The Macabre” (1987) e “Fragments Of Insanity” (1989). dopo lo scioglimento, tornano nel 1999 incidendo l’ottimo “Mater Of All Evil”, seguito dal feroce “Black As Pitch” e dal più groovy “Ton(e)s Of Hate”. Successivamente la carriera procede a fasi alterne, alternando buoni album (“100% Hell”) ad altri discutibili (“Draculea”). A tre anni dall’uscita del coraggioso e particolare “Idiosyncrasy”, la band torna alle sonorità di inizio carriera con questo “The 7 Deadly Sins”. Come si evince dal titolo, il concept dell’album ruota intorno ai sette peccati mortali, ognuno rappresentato da un brano. Musicalmente l’influenza principale è rappresentata da Slayer e Venom riletti in chiave moderna. Il drumming di Peso è incredibilmente violento e allo stesso tempo molto tecnico e fantasioso, ricco di passaggi e cambi di tempo spiazzanti ed inaspettati. Lo screaming di Flegias si dimostra tra i migliori in circolazione, estremamente maligno e adatto al tema dell’album, nel quale alterna le lyrics in Inglese a testi in Italiano e sporadicamente in Latino. Il basso di GL, pur non eccedendo in virtuosismi è preciso e puntuale, messo in evidenza dall’ottima produzione. La parte del leone spetta a Pier Gonella, chitarrista eclettico additato da alcuni come il colpevole della deriva melodica che caratterizza certi brani o album interi come “Draculea”. In questo disco sfoggia riffs e assoli slayeriani di una violenza inaudita, arricchiti da una tecnica invidiabile. Un esempio lampante è “Wrath”, due minuti e mezzo di violenza per un brano che è il degno successore di “Hate And Scorn”. Altri brani da segnalare sono: l’opener “Sloth”, caratterizzata da cambi di tempo continui e la slayeriana “Gluttony”. Come da tradizione, anche questa volta viene rivisitato il glorioso passato con le riproposizioni di “Thanatoid” (da “Into The Macabre”) e “Graveyard Of The Innocents (da “Fragments Of Insanity”), brani che ben si integrano col materiale più recente, ad ulteriore dimostrazione che la qualità di questo album è in grado di rivaleggiare con i fasti del passato. Bentornati, Necrodeath!
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10