(Season of Mist Underground Activists) Debuttano gli americani Necrofier, band proveniente dal Texas con all’attivo, finora, solo un EP uscito nel 2018, ovvero l’anno di formazione il quale vide l’incontro di musicisti provenienti da altre realtà, quali Venomous Maximus, Night Cobra, Graven Rite, Oceans Of Slumber ed Insect Warfare. Alla band poi si sono aggiunti il bassista, anche lui proveniente dagli Oceans Of Slumber, ed un altro chitarrista questa volta da Church of Disgust e Malignant Altar. Con una formazione esperta e compatta, la band prende ispirazione da Dissection, Watain e pure Tribulation, per dare vita a un black potente ed efferato anche se ricco di melodia, di un sound spesso groovy, tuonante, incalzante e piacevolmente coinvolgente. In verità l’idea di fondo sarebbe quella di iniettare un po’ di cultura locale, quell’aura southern allineata con la provenienza del gruppo, ma questo emerge in maniera molto sporadica, quasi non percettibile, considerando la tendenza ad abbracciare quel sound palesemente svedese. Feroce, sferzata da drumming poderoso ed un intenso tremolo la opener “The Black Flame Burns”, brano che nell’evoluzione dei riff non nasconde certi legami con il thrash metal. Drammatica ed apocalittica “Darker Than The Night”, oscura e con un ottimo mid tempo “Madness Descends”. Molto ben riuscita “Return to Chaos”, pezzo incalzante, trainante, variegato e esaltato da un ottimo ritornello, oltre che coronato da un assolo molto ben suonato. Scatenata e furiosa “Death Comes to Us All”, grintosa e coinvolgente “Unholy Hunger”, mentre “Betrayal of the Queen” scende verso gli abissi, nelle profondità infernali, con il suo incedere lento, pesante ed infinitamente tetro. La chiusura dell’album è affidata ad un outro molto particolare, forse il vero brano con un sentore southern, una traccia atmosferica, teatrale, lontana dal black ma indissolubilmente legata alle tenebre più impenetrabili. Buon debutto, ottime idee, grinta da vendere; se il quartetto riuscisse davvero ad iniettare sonorità della loro terra, in contrapposizione con un black palesemente nord europeo, allora ne uscirebbe qualcosa di veramente invitante e dannatamente identificativo!
(Luca Zakk) Voto: 7/10