(autoproduzione) I riff scorrono con estrema vivacità, costeggiati da un drumming martellante, il cantato è uno scream appena roco ed ecco che i Necrofili diventano un’espressione del thrash-death di fabbricazione italiana. “Immaculate Preconception” non è il primo lavoro della band, il precedente lavoro è il secondo full length “The End of Everything”, realizzato in un arco di tempo lungo ma necessario. Barcamenandosi tra assalti aggressivi che a seconda dei casi propendono più o meno verso il thrash o verso il death metal, la formazione di Rieti resta ancorata a una certa pulizia compositiva, con quella che sembra una sequenza di parti che si incastrano tra di loro nei vari pezzi. I Necrofili amano contornare i propri spazi di melodie e lasciare loro l’evidenza del caso. Thrash o death metal del caso, i Necrofili puntano a un proprio stile che li esponga a un ventaglio di idee che risulti un minimo variopinto. L’uso di controtempi, oltre alle canoniche variazioni strutturali e melodiche ne sono la prova. Sulfurei e funerei con “Campo de’ Fiori”, dannatamente thrash con “Infaithcted”, vicini ai Megadeth con “Army of the Reaper” e a tratti death con “The Shapeless Thing”, la band si lancia in un universo di carattere old style. L’impressione che si ricava dall’ascolto è quella di una band che rincorre dei margini di miglioramento. Dinamismo nei pezzi, certo, ma il sound potrebbe essere più fluido, magari meno metodico in certi passaggi. Meno di 25′ ( fate attenzione alla ghost track!), con un suono un tantino compresso e racchiusi in un copertina che fa il verso alle tante madonne con bambino dell’età medievale. Ovviamente i quattro figuri attorno a quella pseudo-madonna sono i Necrofili!
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10