(Terror From Hell Rec.) Sound ruvido, se non propriamente lercio. Basso fangoso, adatto per qualsiasi contesto: black, noise, thrash. Stile che incrocia un old style fatto di thrash, death e black. Tre selvaggi del metal provenienti da Mantova, rintanati dietro una copertina truce e ben fatta: manifesto dell’estremo sound del quale si fanno portatori. Il germe dell’hardcore si annida in Deathblast, ma non solo lì, dove nnell’incipit del brano si ha un ricordo dei Naplam Death, mentre quello del seguente “Wounds After the Nightmare” riporta alla mente i Repulsion. Nonostante ciò il perno del sound dei Necromutilator si annida nel black, nello speed metal, nel death ruvido e primevo. Generi che si coalizzano in questa nube sonora infernale e marcia. Se a un primo impatto “Eucharistic Mutilations” si manifesta come un atto grezzo, alla lunga le sfumature emergono esaltando l’ascoltatore. I riff spesso sono imponenti, qualcosa ricorda i Darkthrone nei loro tempi medi e nell’ottica di questo discorso appare perfetta la scelta dell’esecuzione di “Candles” del leggendario Quarthon. L’atteggiamento ruvido, la sistematica proposta di riff spediti, oscuri e pregni di foga, rendono ogni brano un colpo dirompente. La produzione valorizza bene gli strumenti, lasciando ai suoni cuna legittima patina di torbido. La voce è su un tipo leggermente in growl, ma con un tono oscuro e roco. “Eucharistic Mutilations” rappresenta la messa in scena di un metal estremo, diabolico e privo di compromessi e i Necromutilator cavalcano le arse e appestate praterie dell’inferno, fermandosi solo quando l’album giunge al capolinea. Il momento migliore per ricominciare ad ascoltarlo!
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10