(Cold Dimensions) Ritengo che l’Ungheria sia una terra magica, speciale, che ha saputo creare leggende, fatti, storie, personaggi che hanno popolato gli oscuri incubi notturni di migliaia di persone. Proprio dall’Ungeria proviene questo nefasto duo, capace di manifestare una terribile glaciale furia con la sapiente costruzione di sette canzoni, tutte molto ben strutturate. I Nefarious stanno a metà tra il black metal più marcio, diretto, fendente tipico dell’underground norvegese, e quello più raffinato, elaborato, oscenamente addolcito tipico di band che fanno uso di tastiere. La grande capacità dei Nefarious è quella di rimanere fedeli al lato oscuro piuttosto che vendersi a quello sintetizzato e commerciale: l’uso delle tastiere è intelligente, e non addolcisce minimamente l’anticristiana rabbia che desiderano manifestare. Rabbia blasfema. Rabbia universale. Falsi profeti persi in profondità infernali eterne. Questi sono gli argomenti che ammorbano il vostro freddo sangue e vi conducono a vagare nelle invernali lande della Transilvania, dove i NEFARIOUS scatenano la loro ira universale. Vi ritrovate abbandonati ai piedi di una tetra montagna ricoperta di croci. Migliaia di croci, abbandonate,decadenti testimonianze di una vita senza senso condotta in un nulla freddo, all’insegna della sofferenza. Le potete percepire tutte queste croci nella riflessiva “A Mountain of Crosse”’ che vi porta nella finale e stilisticamente riassuntiva “The King Of Slaves”. Questo glaciale debutto, con le sue violente sensazioni porta all’interpretazione di un oscuro presagio: i Nefarious saranno i boia che tortureranno le vostre anime perse nel nulla, malate terminali, cieche alla luce. Ora ed in futuro.
(Luca Zakk) Voto: 7/10