(Hells Headbangers Records) Tra le tante assurde e operose band estreme degli Stati Uniti d’America, i Nekrofilth sono la prima volta che li ascolto e sento nominare. Cosa mi sono perso fino ad oggi? Una fusione di thrash, crust e death/black metal, ovvero un marcio e lurido crossover. Pazzi, fusi e folli, su di giri, ubricahi di metal e capitanati da Zack Rose, il cui cantato rievoca per cadenze e interpretazione quello di DRI e MOD. Non che le chitarre non facciano altrettanto, ma in buona sostanza quel retaggio crossover amercano che tanto ha saputo rallegrare i cuori dei metalheaders di tutto il mondo, ecco che sembra rivivere in questo lavoro della band di Cleveland. Tra l’altro Rose e soci sono al primo album, ma dalla loro nascita, circa cinque anni fa, ad oggi hanno realizzato diverse cose. L’attitudine underground è nel sound, nel songwriting, ma badate bene che la qualità audio della registrazione è ammirevole, anche il basso si sente ed ha il suo sensibile spazio. Insomma, i Nekrofilth al di là dell’attitudine folleggiante, del frontman schizzato e di foto promozionali tra il sadomaso e la perversione, e non da meno il nome stesso della band, è fin troppo chiaro che sono un gruppo capace di produrre canzoni esplosive ed accattivanti. Luridi, ma bravi.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10