(Sentient Ruin Laboratories) Da abissi insondabili e prossimi a quelli dell’inferno, sbuca l’ultimo lavoro dei Nekus. Mostri misteriosi, omettono persino i loro nomi ma si sa bene che ognuno di loro è invischiato in cose dei Barbaric Oath, Putridarium, The Wiring e altre cose del genere. Abili nel tessere un’impronta sonora massiccia, abominevole quanto monolitica. Una perla del sottobosco metal tedesco i Nekus che da poco più di un lustro infestano appunto la scena, provocando cataclismi sonori con questo sound sporco, oscuro, ruvido e incline a dosi massicce di doom, con contrafforti black e death metal. La tipica produzione scarna, rumorosa quanto eccentrica della Sentient Ruin, dove voci in growl e parzialmente in scream, che appaiono più come dei lamenti e non altro, troneggiano su questi riff debordanti, maledetti, oscuri e devastanti. Drumming semplice, spartano, il basso che collassa tra le sei corde e i frammenti ritmici, con quell’eterna sensazione che la band avanzi attraverso momenti, scorci, quadri sonori avvolti nel mistero e nelle tenebre. Frammentano i loro pezzi con una palese abilità, aprendo nuovi scenari di morte e sofferenza, traslandosi poi in ambientazioni ancora più fosche, siano esse più veloci, dunque death-black, o decadenti e misteriose, appunto di natura doom. Queste atmosfere fosche e tenebrose, maledette e primitive, sono nella sostanza semplici, quasi senza pretese se non per il fatto di volere apparire orride e condannate!

(Alberto Vitale) Voto: 7/10