(Rockshots Records) NeroArgento è sempre stato distintivo nel suo comporre. Infatti mentre per altri musicisti della stessa pasta, anzi della stessa materia sonora, riportano alla mente i Nine Inch Nails oppure White Zombie, tanto per fare i primi nomi che passano per la testa, lui invece dimostra di avere idee più strutturate e ampie. Mentre in passato ha proposto anche album marchiati da un pop latente, questa volta la ricchezza, la gamme di soluzioni e stili è lievemente variegata ed anche nella sua chiave pop. Posto che NeroArgento è un artista dinamico (ha collaborato con i Disarmonia Mundi e altre realtà metal e diversi musicisti, inoltre ha fondato i The Silverblack) “Circles” rappresenta la buona sintesi tra un po’ di cose che ha fatto nel tempo, recuperando quel leitmotiv stilistico nel quale il poli strumentista si è formato. L’elettronica e l’infusione di melodie in essa o di definirle attraverso l’elettronica, sono il DNA stilistico del musicista in questione. Dunque questo quinto album ha comunque qualcosa di retrò, ma poco importa. Attraverso un concetto industrial e tanto potenziato dall’elettronica, Alessio trascina l’ascoltatore tra sequenze dure, come “Inside”, “Circles”, oppure andanti come “Here in the Cold”, un grande esempio di pop-industrial ruffiano che ti entra nel cervello, oppure “Will You Feel Sorry?” e “Shed My Skin”, nel quale partecipano Brandon Ashley e Caitlin Stokes. Bilanciando l’orecchiabilità di certi pezzi e la fattura ‘spinta’, energica, drum ‘n’ bass, “Circles” diventa un percorso lanciato, veloce come una sequenza di un videogame o un film d’azione, oppure di un anime ma in chiave fantascientifica. Un momento di grosso impatto in “Circles” è “Zen” – roba da fare invidia ai The Prodigy! – oltre evidentemente ad alcuni pezzi già citati. Sono undici in totale i pezzi che nel 2020 hanno qualcosa di un futuro verso il quale ci stiamo dirigendo, perché prodotti da un artista che è sempre tale.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10