(Sliptrick Rec.) C’è molta curiosità attorno a questo nuovo lavoro solista di Alessio NeroArgento, tastierista per Disarmonia Mundi, The Silverblack e The Strand, oltre a essere un produttore per tante realtà metal (molte della Coroner Records). Alessio Neroargento è l’uomo che vive nel futuro: i suoi synth vestono e circondano un’idea musicale i cui dettami metal debordano verso l’industrial e sonorità al silicio, cibernetiche e dunque futuriste. “Soldiers of Afterlife” ha un incipit che lascerebbe pensare a qualcosa tra la disco e la techno, invece è soltanto un insieme melodico trascinante che certo non stenterebbe a trovare posto in un DJ set di qualche discoteca alternativa. La seguente “Kil the Lies” vede sonorità country-blues edulcorate e trasposte in una specie di industrial minimale. Pian piano le canzoni montano una potenza sempre maggiore, una commistione tra alternative metal, rock, industrial ed elettronica di ogni tipo che rendono “One Against All” un album fatto con un discorso a parte da ogni genere. Questo è da sempre lo stile di NeroArgento che sviluppa la musica e al contempo ogni stratagemma sonoro che possa amplificare tutti gli aspetti creati dalla composizione. La title track ha un effetto trascinante forse ben superiore dell’opener “Soldiers of Afterlife”, mentre “You Won’t Kill Me Again” è una specie di ballad messa in maniera irriverente, trasfigurata da un’elettronica furiosa e d’ambient insieme. “Don’t Touch Me When I’m Drunk” piacerebbe a chiunque abbia tempo e voglia di ascoltare uno come Rob Zombie. Ad ogni modo ogni canzone possiede il suo ritornello ben fatto, oppure una sequenza strutturale e un gioco di elettronica che sa essere avvincente. La conclusiva “Motionless Statue” è una strumentale di elettronica pura e mette il sigillo a un album che svuota la mente, bombardandola con suoni travolgenti. Con “One Against All” siamo tutti nel futuro.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10