(Autoproduzione) Quest’oggi vi presento il quarto full-“length” dei romani Neverdream, che si segnala per numerose peculiarità. Anzitutto, dura quasi novanta minuti (!), divisi su due cd; ma se optate per il download digitale, lo troverete disponibile sul loro sito in modo completamente gratuito. È un concept, cosa abbastanza naturale dato il genere suonato, un prog metal che talora si addolcisce e va a finire nel prog rock; ma la storia ha addirittura suscitato la realizzazione di un romanzo (in realtà una sorta di racconto lungo, in 30 capitoli stranamente brevi) della scrittrice ligure Maria Teresa Valle. Per la cronaca, anche il volume è in free download. Già tutto questo dovrebbe lasciar intendere quale generoso impegno abbia messo la band in questo progetto: solo per questo vi direi di dargli più di un ascolto. Ma musica e storia (approfittando di un periodo di malattia, ho letto tutto il racconto… ci vogliono del resto due ore, è incalzante e ben scritto) valgono sicuramente l’acquisto ‘vero’… e ancora una volta una band italiana non può che maledire la propria origine geografica, perché un progetto di questo tipo avrebbe destato molto più interesse in un altro paese (penso a imprese disco+romanzo anche di minor valore, come quella dei Messenger in Germania). Tutto quello che posso fare io, umile recensore di un sito metal di media portata, è fargli pubblicità… e beh, lo faccio più che volentieri! Parliamo della musica ora? “Requiem” mette insieme classiche strutture prog, cori epici, quasi religiosi, e il sassofono di Fabrizio Dottori (membro fisso della band): il risultato è magari complesso da assorbire per il classico ascoltatore metal, ma vi garantisco che è di grande impatto. “Godless” infittisce ancora le trame musicali, per un risultato godibile per tutti i fan di Vanden Plas (non a caso i nostri sono stati in tour con la band tedesca, e Andy Kuntz partecipa alle registrazioni), Adagio, o forse anche dei nostri Eldritch. Controtempi arroventati e ancora un sassofono impazzito in “Hell’s Flower”; “Mary Jane” stacca nettamente con il resto del platter, abbandonando ogni ombra di metal per darsi a toni soffusi, che mi hanno vagamente ricordato le musiche di Angelo Badalamenti per “Twin Peaks”! “Hypnosis” è ubriacante e cangiante, come dovrebbe essere ogni strumentale di un disco prog; “Di Lei la Morte” è un sorprendente segmento simil-operistico con aulico testo in italiano. Si chiude naturalmente con la suite, di oltre diciassette minuti, “Killer Machine”, che si riesce comunque a seguire già dopo due-tre ascolti. Faccio girare il nome dei Neverdream e spero che ottengano la risonanza che meritano con questo “The Circle”.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10