(Listenable Records) Questa band svedese di doom/stoner ha sicuramente il nome più lungo che mi sia capitato di incontrare! “The cosmic Child” è il loro secondo album e si compone di sei tracce, quattro delle quali sono delle lunghissime litanie dai toni mistici e magici. Se ascoltando “The great Leveller” avete pensato che questo fosse il classico album doom, avete sbagliato: in “Visions of Death” sono presenti fortissime componenti rock, post rock e psichedeliche, che si esprimono soprattutto nella coda strumentale. In quest’ottica, la chiusa di “Pyre for the red Sage” arriva volentieri a toni pinkfloydiani. Gli oltre dodici minuti di “Lapse” sono i più sperimentali del disco: toni cupi, poi improvvisi scorci melodici, e a chiudere ancora una volta una maestosa progressione strumentale, stavolta energica. Non c’è nulla di nuovo in questo disco, ma la miscela è intelligente e il risultato godibile.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10