(Andromeda Relix) Ammiro sinceramente la perseveranza di Marco Lippe nel portare avanti il progetto Nirnaeth, considerando che in trentaquattro anni e con quattro album all’attivo, la band bergamasca ha subito svariati stravolgimenti, con più di una ventina di cambi di line up. Nonostante questo, il thrash proposto, a cavallo tra Annihilator e Voivod, si è sempre distinto per qualità a livello di songwriting e per testi profondi e tutt’altro che banali, come confermato dall’ultimo lavoro dall’emblematico titolo “Il Paradiso non è Altrove”. Il paradiso, secondo Lippe è qui, sotto i nostri occhi, ed è il pianeta che abitiamo e, per idiozia, avidità e scelleratezza, stiamo distruggendo portandolo gradualmente all’estinzione, sorte che di conseguenza toccherà anche a noi, come descritto in brani come “Epitaffio Di Una Pianta” e “La Vendetta Del Bosco”. Ma la nostra estinzione non dipende soltanto da come deturpiamo la natura, ma anche da come, per cause razziali o religiose, tendiamo ad ammazzarci a vicenda, argomento di cui parla “Genativicidio”. Un’altra tematica cara a Lippe è quella dei danni che i social media causano ai giovani, cosa da lui constatata durante la sua professione di insegnante ed affrontata su “Generation Interdict” e “World Wild Web”. Musicalmente, come detto, ci troviamo davanti ad un thrash di ottima fattura, con chitarre belle ‘grattugiate’ ed ottimi cambi di tempo e la voce di Marco Lippe ora aggressiva e sprezzante, ora teatrale e melodica, come nella title track, caratterizzata da chitarre acustiche, suggestive tastiere ed un indovinato approccio cantautoriale. Una band che, nonostante i numerosi avvicendamenti, si mantiene coerente sia musicalmente che a livello di tematiche.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10