(Sumerian Records) La chitarrista americana Nita Strauss è nota per avere militato nella band di Alice Cooper per diversi anni ed anche per essere stata parte delle The Iron Maidens, una tribute band al femminile degli Iron Maiden. Tra le altre cose Nita è stata anche la prima chitarrista alla quale Ibanez ha proposto la propria signature con un modello su misura. Ad oggi, nel 2023, Nita Strauss è probabilmente la chitarrista più nota nel mondo del metal o comunque tra le maggiori. Lei ha intrapreso il proprio cammino da solista da diverso tempo e “The Call Of The Void” segue “Controlled Chaos”, un lavoro totalmente strumentale mentre questo album prevede si qualche composizione strumentale ma anche canzoni vere e proprie con tanto di cantato dunque. Come spesso capita con certi musicisti che pubblicano un lavoro solista, vi partecipano anche diversi ospiti: Alice Cooper, Lzzy Hale, Anders Frieden, David Draiman, Chris Motionless, Alissa White-Gluz, Dorothy, Lilith Czar e Marty Friedman. Il sound della chitarra di Nita Strauss è aggressivo, fresco, la sua tecnica spazia da riff ben assestati a solismi di sorta. La melodia in questo album non manca e anzi emerge attraverso maglie di heavy metal che toccano punte prog, thrash, power, hard rock. Lo sviluppo dei pezzi è agile, però è anche sotto pressione in un certo senso, infatti la Strauss sceglie spesso soluzioni che includono velocità o molteplici cambi di passo. Molte canzoni soffrono di un eccesso di adrenalina però non mancano canzoni interessanti, come l’opener “Summer Storm”, anch’essa adrenalinica e con un piglio heavy metalche risulta coinvolgente. Spesso si avverte quell’epica melodica tipo Malmsteen e rielaborazioni quasi fusion alla Steve Vai, eppure in tutto quel suonare arcigno, grintoso e frizzante sia nelle parti soliste che nei riff o nelle svariate variazioni di strutture, il tocco di Nita Strauss è splendente. Nita non sempre riesce ad essere fruibile. Per esempio “Dead Inside” ad un certo punto è troppo caotica e solo l’intervento al microfono di quella voce roca e a tratti strozzata di David Draiman dei Disturbed riesce a creare la vera linea melodica che si trascina il pezzo. Qualcosa di più immediato arriva con “Through the Noise” con Lizzy Hale alla voce oppure Victorious, con Dorothy Martin, una canzone che a tratti ricorda Joan Jett. La title track è con Anders Fridén degli In Flames e ovviamente il tasso melodic metal aumenta e prende posto nella direzione di stile. Discorso a parte per i brani strumentali, tutti validi. Funambolico “Surfacing”, con l’autorevole Marty Friedman (ex Megadeth). “Consume The Fire” per esempio è una buona istantanea strumentale che palesa quel suonare anfetaminico. Eccellente “Scorched” e appassionante “Kintsugi”. Insomma, qualcosa era da sfrondare nel materiale, però globalmente se si pensa alla chitarrista Nita Strauss, questo album è una veritiera mappa di riconoscimento della sua arte.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10