(NiteRain Enterprises / Indie Distribution) Sballati, spudorati, osceni. Pettinature antigravitazionali, abbigliamento aderente, pelle, bandane, dita medie esposte. Riff pieni di groove, ricchi di quelle componenti rock’n’roll e volgarmente boogie. Sono in quattro, il numero perfetto, e si scatenano da Oslo senza rispettare confini, limiti, soglie. Hanno un biondissimo cantante che ha una voce carica, potente, squillante -a tratti mi ricorda Dexter degli Offspring- una voce di una sgualdrina da palcoscenico, quel palcoscenico piazzato davanti ad una folla senza fine. Hanno alle spalle un sacco di concerti e hanno suonato in giro per l’Europa anche con i mitici L.A. Guns. Sono andati in giro, hanno urlato, saltato, scopato, offeso, sputato, bevuto… ed ora hanno messo insieme le idee per vomitare un album esplosivo, poderoso, pieno di una energia che fa smuovere la terra, pieno di melodie e ritornelli da cantare ovunque: perfetti interpreti di ciò che fu il glam metal, lo sleaze, il tutto teletrasportato ai tempi odierni. Sono infatti moderni nel look, che rimane fedele agli anni ’80 ma con una marcata componente “di oggi”, sono moderni nel sound, che offre le idee storiche riviste e rielaborate con un qualcosa di moderno, con efficacia attuale. “CrossFire” è aria fresca per chiunque non possa vivere senza Motley Crue, L.A. Guns, Ratt, Winger, Guns’n’Roses, Faster Pussycat e l’infinita lista di band piene di forza, sound, colore, immagine e puntualmente impegnate nella auto-devastazione. “Bad Girl” è la opener. Titolo ovvio, scontato, perfetto. Rock’n’roll accelerato, pompato, scazzato. Si nota l’uso di samples ed effetti che come ai tempi di “Dr. Feelgood” sono capaci di dare quell’extra potere detonante ad una bomba atomica già in procinto di deflagare. Travolgente “Dirty”, più metal che rock, con quelle ritmiche che mandano in confusione qualsiasi vu-meter, ed un assolo coinvolgente dove il chitarrista dimostra di avere le idee molto chiare. Bella ed esaltante “Somebody Get Me A Doctor”, piena di quel riffing quasi southern reso cattivo dal distorsore, reso sballato dall’atmosfera creata dalla band intera, specialmente dal cantante. Metallo più incisivo su “My World”, decisamente rock’n’roll “Hey Baby”, mentre ottima la chitarra con le sue divagazioni su “Run For Your Life”, un pezzo glam metal con una chiara ispirazione ad un rock estremamente classico, proveniente dagli albori del genere. Personalmente è comunque la canzone conclusiva che esprime il massimo, quella che da tutto, che mi prende a schiaffi senza rispetto: “Judgemnt Day”, apre con un introduzione quasi ecclesiastica su un battito di un cuore -il cuore di chi ama questo genere?- un battito che esplode in un urlo esorcizzato, un tuono che divaga, ed una ritmica poderosa di quelle che iniziano con ampi accordi, per poi intensificarne la sostanza con uno stoppato pieno di energia e furia… senza dimenticare divagazioni boogie, così fottutamente hard and heavy. Un pezzo che conclude un ottimo album, una canzone che costringe con la forza al riascolto dell’intero disco, per ricominciare tutto da capo, come se tutto fosse un concerto alla fine del quale bisogna prepararsi per il prossimo, ove tutto ricomincia, riparte, rinasce, riesplode. Un album concepito con geniale sfrontatezza, grazie anche all’aiuto di Ronni Le Tekrø dei TNT. Rock fresco, glam rinato, metallo rigenerato. I Niterain sanno divertire, sanno coinvolgere. Una band con i pushers che aspettano in camerino, le groupies che si arrapano nel tour bus, le venue che si riempiono per vederli scatenati e folgoranti. Questo è il glam. Questo è il rock’n’roll. Questa è vita e non importa a nessuno quanto duri. L’importante è che sia sballata, pericolosa, … e adesso!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10