(Scarlet Records) I Noise Pollution fanno parte di quei gruppi che sono sempre a cavallo tra il rock e il metal, con il risultato che il proprio suono risulta giocoforza sempre accattivante e potenzialmente adatto ad un vasto bacino di utenza. Poi ci sono le doti tecniche e musicali, ma qui mi pare si possa andare sul sicuro visti i dieci e più anni di attività e il curriculum di tutto rispetto in sede live. Con le credenziali quindi ci siamo. Ma il disco? Vi dico subito che a me il genere non piace, lo considero troppo ruffiano, ma il mio parere positivo verso i nostri dovrebbe aumentare di valore grazie a questa premessa. “Unreal” è commerciale quanto ben fatto, suonato e concepito. Le due tracce d’apertura servono giusto giusto a catturare l’attenzione; poi man mano che la release avanza l’atmosfera si fa leggermente più pesante. Qua e là ci sono giri di basso molto interessanti, mentre chitarra e voce sono di una limpidezza che definire da manuale è riduttivo (la voce del tipo è davvero molto versatile, chissà cosa potrà arrivare a fare se spremuta a dovere…). Mi piace soprattutto il fatto che se dovessi elencare tutti i gruppi che mi vengono in mente ascoltando il disco la recensione sarebbe troppo lunga. Eppure i Noise Pollution non scimmiottano nessuno, son loro e lo fanno sentire, fanno sentire il proprio amore per la musica e lo fanno da professionisti quali sono. E a me tanto basta per promuoverli con un voto adeguato.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10