(Dark Essence Records) Glaciali. Privi di luce. Taglienti e tutt’altro che lineari o prevedibili. Gli islandesi Nyrst sono una realtà nuova, recente, la quale ha immediatamente trovato casa alla mitica Dark Essence dopo solo un demo… ma innumerevoli e tetre esibizioni dal vivo. Il black islandese, ormai, è un’entità a se stante, ha preso una forma identificativa, la sua forma, la sua sonorità, ma questi nuovi arrivati vogliono spingersi oltre, spostando l’asticella della soglia massima un po’ oltre, creando una nuova dimensione di instabilità psichica. Drammatica teatralità in apertura con “Æðri verur”, un brano che poi evolve, diventa furioso, con una atmosfera particolarmente spietata, cinica ed evocativamente maligna, anche grazie a vocals contorte e quel tremolo delirante. Stupenda la title track, subito apocalittica, sferzata da un crescendo micidiale, in qualche modo tribale, essenza evidenziata dalle linee vocali che si collocano tra il trionfo e la dannazione eterna. “Nástirni” è più fedele ad un black tradizionale, anche se l’impostazione sonora è più immonda, tormentosa, irrespirabile. L’ambient siderale di “Athöfn” è una perfetta introduzione per “Hvísl hinna holdlausu”, canzone lunga e complessa, ricca di sfumature, discese verso gli inferi e innalzamenti pregni di gloria. Avvincente la conclusiva “Turnar í fjarska”, traccia pulsante ma anche seviziata da un senso di industrial black, sempre comunque avventuroso e capace di osare. Interessante il cambio scenografico a metà brano, un intermezzo che poi è solo il varco verso una dimensione caotica tanto fiera quanto disumana, potenziata da un mid tempo claustrofobico il quale accompagna verso un finale epico e di matrice ambientale. “Orsök” trasforma in musica tutta la bellezza crudele dell’Islanda: il gelo opprimente, la furia geologica, il mare che graffia le coste sotto un vento glaciale. E, non ultimo, quell’avvolgente senso di eterna oscurità!
(Luca Zakk) Voto: 8/10