(Avantgarde Music) Secondo album per questa contorta band francese nata come one man band capitanata da Þórir, poi cresciuta con l’aggiunta di un vocalist (già dal debutto, recensione qui ) ed ora con l’ingresso di un terzo elemento – François Boyenval- al violoncello! Se il debutto era un black metal lineare supportato da divagazioni atmosferiche che conducevano tra il post ed il noise, il nuovo lavoro è una immenso passo in avanti, un pregiato lavoro tra post e prog black, con divagazioni senza confini! La band ha intenzionalmente voluto lasciarsi andare verso contorti sentieri sperimentali, intensificando le citate componenti, ma affidandole ad un black più raffinato, ad un post più introspettivo, fino ad teorie marcatamente appartenenti al jazz. Suggestiva e mistica “Let The Devil In”, brano con ottime clean vocals, archi coinvolgenti ed una struggente malinconia violentata da improvvise impennate di violenza di matrice industrial, ai confini con la pura dissonanza ed il DSBM. Trionfale ed oscura “Bitter Tears and Grave Dirt”, efferata e crudele la prima parte di “Face Down in the Blood and Piss”, poi seguita da una intensità emotiva lacerante, in perfetto stile post metal, con derivazioni progressive ed un favoloso violoncello in grado di solcare la struttura del brano. Linee di basso glaciali creano un tappeto ritmico sulla contorta “Know There is Art in Death”, mentre riff tra black industriale e symphonic si inseguono dando vita ad una teatralità affascinante. Nyss potrà ancora essere un nome sconosciuto ai più e, considerata la povertà del mercato discografico odierno, questa situazione potrebbe non cambiare per diverso tempo. Ma i Nyss sono una essenza speciale, particolare, unica, tanto aggressiva quanto delicata, tanto blasfema quanto poetica. “Dépayser” cattura il venale, tutto quello che è banale o privo di senso nella quotidiana esistenza dell’umanità, e canalizza il tutto in una sublime poesia sonora, sempre meravigliosamente decadente, cinica e crudele.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10