(Avantgarde Music) Band francese attiva da un paio di anni con un curriculum composto da quattro buoni EP. Arrivano finalmente al debutto con queste tre tracce (mezz’ora in tutto) esprimendo un black metal aggressivo ma anche atmosferico, iniettato di ambient nonostante non venga quasi mai meno la potenza e la velocità. Sostanzialmente si tratta di un black lineare, di radice old school ma con aggiunte possentiche spaziano tra il noise ed il post grazie ad un uso intenso ma molto intelligente delle tastiere. Riff pieni, supportati da un ottimo basso che creano spazio per un vocalist aggressivo, con un growl possente e decisamente malvagio. Ottima la opener “I”, un brano prima atmosferico, poi aggressivo, per poi giungere ad un epilogo trionfale, oscuramente epico. A livello di testi siamo estremamente decadenti, un ipotetico dio maledetto e pieno di odio che vive la sua eternità solamente per vedere la distruzione, la sofferenza e la fine dell’uomo… il quale si rende conto che tutto ciò che importa, tutti i sentimenti ed il concetto di anima sono una frivola invenzione dell’uomo stesso. Complessa e piena di idee melodiche la lunga “II”, un brano veloce, tirato ma con un livello atmosferico irresistibile, esaltato da keys e parti con clean vocals corali molto suggestive… cosa poi ripresa con maggiore enfasi nella conclusiva ed evocativa “III”. Album breve ma molto coinvolgente: equilibrio perfetto tra musicalità, brutalità, rumore, dissonanze, melodia e sinfonia. È palese la provenienza stilistica francese, ma in questo caso gli elementi personali un po’ ispirati dal black canadese, inglese, nordico e pure italiano creano un mix sonoro esaltante e capace di un magnetismo immenso.
(Luca Zakk) Voto: 8/10